Abu Simbel: un viaggio nel tempo tra storia, potenza e salvaguardia
La magia di Abu Simbel: un viaggio tra storia e deserto
Visitare Abu Simbel è un’esperienza unica, un tuffo nel passato che racconta la grandezza dell’antico Egitto. Durante la mia crociera sul Nilo, ho avuto l’opportunità di esplorare questi straordinari templi, affrontando una sveglia alle 3:30 del mattino e un viaggio di 3,5 ore nel deserto partendo da Aswan. Il tragitto, pur faticoso, è stato ripagato dalla vista mozzafiato del sole che sorge tra le dune del Sahara.
I templi di Abu Simbel: un messaggio di potenza
Costruiti per volontà di Ramses II nel XIII secolo a.C., i templi di Abu Simbel non erano solo luoghi di culto, ma un simbolo di forza e dominio. Situati strategicamente al confine meridionale dell’antico Egitto, dove iniziava il territorio nubiano, avevano il compito di intimidire chiunque si avvicinasse al regno dei faraoni. Il tempio maggiore, dedicato a Ramses II e agli dèi Amon, Ra e Ptah, mostra quattro imponenti statue del faraone seduto, mentre il tempio minore, dedicato a Nefertari, sua moglie, celebra la figura femminile con un’iconografia rara nell’arte egizia.
I rilievi e la simbologia dei templi
L’interno dei templi è un capolavoro di arte e simbologia. Tra le scene scolpite, spiccano:
- La Battaglia di Qadesh, dove Ramses II viene raffigurato vittorioso sui nemici ittiti.
- Processioni di divinità e sacerdoti, simbolo del legame tra il faraone e il mondo divino.
- Geroglifici e iscrizioni che glorificano Ramses II, rafforzando il suo ruolo di sovrano scelto dagli dèi.
Purtroppo, scattare foto all’interno si è rivelato difficile a causa della scarsa illuminazione e della presenza di molti turisti.
Il salvataggio di Abu Simbel: un’impresa ingegneristica straordinaria
Negli anni ’60, la costruzione della Diga di Aswan e la conseguente formazione del Lago Nasser minacciavano di sommergere Abu Simbel. Grazie a un’eccezionale impresa internazionale, guidata dall’UNESCO, i templi vennero smontati, spostati e ricostruiti 65 metri più in alto e 200 metri più indietro.
Il contributo italiano e il ruolo dei marmisti di Chiampo
Un dettaglio spesso poco noto riguarda il contributo italiano a questa impresa. Un ruolo fondamentale fu svolto dai marmisti di Chiampo (VI), esperti nella lavorazione della pietra, i quali garantirono il taglio preciso dei blocchi che permise di ricostruire il complesso con una precisione millimetrica. Un’eredità di sapienza artigiana italiana che ancora oggi ammiriamo in questa meraviglia dell’umanità.
Abu Simbel oggi: una meta imperdibile
Oggi, Abu Simbel è una delle destinazioni più visitate dell’Egitto e offre spettacoli di luce e suoni serali che rendono l’esperienza ancora più suggestiva. La visita ai templi è un’immersione nella grandezza di un’epoca che continua a stupire per la sua ingegnosità e il suo messaggio di eternità.
Consigli per la visita
- Partire presto: la strada da Aswan è lunga e il caldo può essere intenso.
- Portare acqua e occhiali da sole: il sole nel deserto è implacabile.
- Godersi il panorama all’alba: uno dei momenti più magici del viaggio.
- Visitare sia il tempio maggiore che il minore: entrambi offrono dettagli unici.